CIRNECO DELL'ETNA | de Arte Venandi

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CIRNECO DELL'ETNA

 

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DE ARTE VENANDI

Benvenuti nello spazio online interamente dedicato al Cirneco dell'Etna, antica e nobile razza canina della Sicilia che costituisce un prezioso patrimonio della cinofilia italiana. Attraverso questo sito, miriamo a promuoverne la corretta divulgazione e a celebrarne le peculiarità.

Cenni storici

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Il Cirneco, razza siciliana, esiste da millenni e scoprirne le origini più remote non è facile: si suppone abbia la stessa matrice di altri levrieroidi come il Pharaon Hound (cane dei faraoni), che gli assomiglia molto, o il Podenco Ibicenco. È probabile che i levrieri, esistenti fin dalla preistoria nel Mediterraneo, siano stati trasportati dai Fenici in tutte le zone che frequentavano a scopi commerciali, toccando così anche la Sicilia, dove questo cane è rimasto pressoché immutato fino ai giorni nostri.

Mosaico di Villa Romana del Casale, Piazza Armerina (EN)

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EGESTA, IL CIRNECO DELL'ETNA ANIMALE SACRO AL DIO ADRANO E LA SVASTICA, NELLA MONETAZIONE ELIMA DI SEGESTA.

Egesta è un personaggio della mitologia greca. Esistono varie leggende che ruotano attorno alla venuta di questa Troiana in Sicilia. Servio racconta che quando Laomedonte si rifiutò di pagare Apollo e Poseidone, poiché avevano costruito le mura di Troia, gli dei scagliarono sciagure contro il suo paese: Poseidone lo devastò con un mostro marino e Apollo con un'epidemia; quest'ultimo, interrogato, rivelò il rimedio contro il mostro di Poseidone. Egli disse che occorreva dare in pasto all'animale giovani nobili del paese. Così numerosi Troiani mandarono rapidamente i loro figli all'estero, e come tanti, Egesta venne affidata dal padre Ippote ad alcuni mercanti che la portarono in Sicilia. Qui Crimiso, un dio-fiume, la sposò e generò con lei Aceste, il fondatore della città di Segesta.
Secondo Licofrone, invece, Egesta fu figlia del Troiano Fenodamante, che aveva suggerito ai suoi compagni di dare in pasto al mostro la figlia di Laomedonte, Esione, che, per vendicarsi, diede ai marinai le tre figlie di Fenodamante, perché le esponessero alle belve in Sicilia. Le tre fanciulle sfuggirono il pericolo aiutate da Afrodite. Una di loro, Egesta, sposò Crimiso, con cui ebbe Egeste, il quale fondò tre città: Segesta, Erice ed Entella.
Un'altra tradizione racconta che Egesta, figlia di Ippostrato, ritornò dalla Sicilia a Troia, dove dal marito Capi aveva avuto il figlio Anchise.
Questo mito lo ritroviamo sempre raffigurato nella monetazione di Segesta. 
Nella Moneta di Segesta del V secolo a. C., è rappresentata la figura del cane (tra l’altro animale sacro anche per i siculi), e quello di Egesta, appare anche la svastica, che è una parola sanscrita che significa “buona esistenza” , ma anche “vittoria permanente”. 
La raffigurazione della svastica mette in evidenza l'origine da un punto di inizio che rappresenta simbolicamente il caos originario del Big Bang da cui si è sviluppato il tutto esistente come ad esempio l'universo stesso, il tutto collegato ai quattro elementi alchemici (fuoco, aria, vento e terra) rappresentati dalla croce centrale. Simboleggia la dottrina dell’equilibrio duale ovvero le “coppie di opposti” nel mondo materiale (Sole vs Luna, Giorno vs Notte, Luce contro Buio, Caldo vs Freddo, Secco vs Bagnato, Maschio vs Femmina, Positivo vs Negativo).
 

Moneta di Segesta con raffigurata Egesta e il Cirneco dell'Etna, animale sacro al dio Adranòs

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